Una piccola Gorizia nel cuore della Stiria

Mitteleuropa

Radkersburg-Radgona è una realtà urbana lungo il fiume Mura – nella Stiria austro-slovena – a noi forse poco nota, ma per certi aspetti molto simile a quella del Goriziano-Goriška.

Si tratta, infatti, di un territorio attraversato da un fiume che, dal 1918 a oggi, marca anche la linea di confine tra due stati: l’Austria da una parte (Bad Radkersburg) e la Slovenia – all’epoca parte del neocostituito Regno dei Serbi, Croati e Sloveni – dall’altra (Gornja Radgona). Vicinissimo all’Ungheria, questo borgo costituì per secoli un importante punto d’incontro (e scontro) tra le tre culture dell’area.

Sorto inizialmente su un isolotto al centro dell’affluente della Drava come emporio commerciale, per la sua posizione strategica Radkersburg-Radgona si è rapidamente trasformato in un caposaldo fondamentale per la difesa dagli ungheresi, nel corso del Medioevo, e, successivamente, dagli ottomani, fino al XVII secolo. Il principale nucleo storico della cittadina si trova oggi sulla sponda austriaca del fiume, mentre il castello è lungo quella slovena, su un colle che domina l’intera area e alle cui pendici si sviluppò il piccolo sobborgo corrispondente con l’attuale Gornja Radgona. A progettare le fortificazioni, in epoca rinascimentale, furono chiamati diversi architetti italiani, tra i quali il comasco Domenico dell’Allio: l’autore del tratto principale del Landhaus di Graz.

Tramontata ormai anche la minaccia turca, dal 1700 fino allo scoppio della Grande Guerra le due borgate rivierasche organizzano congiuntamente l’importante fiera annuale di Leopoldo.

Il collasso dell’Impero asburgico e, soprattutto, i tragici anni dell’occupazione nazista comportarono una drammatica separazione tra queste comunità – prima politica, poi etnica.

Infatti, non solo l’unico e antico ponte di legno tra le due sponde del fiume fu distrutto nel 1926, ma al termine della Seconda Guerra Mondiale quasi tutta la componente germanofona fu espulsa dall’area a sud della Mura. Si dovette attendere fino al 1969 per vedere Radkersburg e Gornja Radgona ricongiunte dall’attuale infrastruttura di collegamento in cemento, alla cui cerimonia di inaugurazione parteciparono sia il presidente della Jugoslavia Tito, sia quello della Repubblica austriaca Franz Jonas.

Sempre nel secondo dopoguerra furono individuate, lungo la sponda austriaca della Mura, delle sorgenti termali che avrebbero fatto la fortuna di questo piccolo borgo di confine, presto ridenominato Bad Radkersburg”. I vari centri benessere sorti in loco nel corso degli anni l’hanno, quindi, trasformato in una una celebre località turistica, con la capacità di attirare fino a 500.000 soggiorni all’anno.

Come a Gorizia-Nova Gorica, oggi, grazie all’adesione di Austria e Slovenia all’Unione Europea, non esiste più alcuna barriera fisica – che non sia naturale – tra i due stati confinanti. Solo che qui, invece di una piazza come quella della Transalpina-Trg Evrope, è un ponte a unire – non solo simbolicamente – questa comunità transfrontaliera.

La Mura è il principale affluente della Drava, che a sua volta affluisce nel Danubio. Graz è la più grande città lungo il suo corso superiore.
Gornja Radgona. Nel 1918 il generale austriaco di etnia slovena Rudolf Maister organizzò un piccolo esercito di circa 4.000 volontari per impedire che, una volta dissolto l’Impero austro-ungarico, anche Maribor e Radgona fossero annesse alla nuova Repubblica dell’Austria tedesca.
Bad Radkersburg. Monumento dedicato alle truppe dell’Armata Rossa che liberarono l’area dai nazisti al termine della Seconda Guerra Mondiale.

Daniele Tibaldi

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