Lupi solitari

Quanto accaduto a Digione, domenica sera, confermerebbe il pericolo reale rappresentato dai cosiddetti “lupi solitari”, più volte segnalato nei rapporti dei servizi d’intelligence occidentali. Uno squilibrato al volante di una Clio, gridando «Allahu akhbar», si è scagliato contro dei pedoni investendone 13 in cinque diverse zone della città. A bordo dell’auto, secondo i primi rapporti delle agenzie di stampa, c’erano altri due passeggeri, ma non è chiaro il livello del loro coinvolgimento e si parla, per ora, di un solo arresto.

Per “lupo solitario” si intende quel soggetto che, senza alcuna affiliazione diretta con organizzazioni estremiste, di propria iniziativa compie un gesto folle ed eclatante con finalità terroristiche

Per “lupo solitario” si intende quel soggetto che, senza alcuna affiliazione diretta con organizzazioni estremiste, di propria iniziativa compie un gesto folle ed eclatante con finalità terroristiche. A due giorni appena dalla folle aggressione contro tre agenti di polizia sempre in Francia, a Joue-les-Tours, si tratterebbe del quinto episodio del genere in Occidente da quando l’ISIS si è autoproclamato “Califfato”. Senza includere, quindi, la strage al museo ebraico di Bruxelles avvenuta un mese prima, lo scorso 25 maggio, e la decapitazione del soldato britannico a Londra nel 2013. Sicuramente la grande capacità propagandistica che l’ISIS ha dimostrato di disporre in questi mesi, tra social network e sofisticate registrazioni video, ha avuto un suo ruolo importante nel suggestionare individui generalmente ai margini della società e con gravi turbe psicologiche. Bisogna, però, considerare che, finora, non si è concretizzata la stessa capacità organizzativa di Al-Qaeda, il “branco” per eccellenza, nel compiere attentati al di fuori del contesto medio-orientale.

Già in passato il terrorismo di matrice islamica si è rivelato drammaticamente efficace nell’influenzare il corso democratico di un Paese europeo come la Spagna, quando l’11 marzo 2004 furono fatti esplodere dieci zaini su quattro treni regionali a Madrid, tre giorni prima delle elezioni. Se nel 2004 non furono lupi solitari ad operare, ma un branco ben organizzato come Al-Qaeda, non è da escludere che l’esito di queste ultime azioni comporti un ulteriore aumento del consenso verso le forze politiche più radicali e xenofobe, già molto favorite dalla difficile congiuntura economica che stiamo vivendo in quanto tendenzialmente euroscettiche.

Principi come la tolleranza, l’uguaglianza, la separazione tra Stato e Chiesa, la rule of law e la democrazia hanno richiesto secoli per potersi affermare come patrimonio genetico dell’Occidente

Analizzando la situazione da una prospettiva più ampia emerge un quadro ancora più allarmante. La recente deriva autoritaria e islamista imposta alla Turchia dal premier Erdoğan, così come il fallimento dell’esperienza democratica in Egitto e, parzialmente, in Iraq, indurrebbero a pensare ad una incompatibilità senza speranza del mondo islamico con i valori occidentali. Principi come la tolleranza, l’uguaglianza, la separazione tra Stato e Chiesa, la rule of law e la democrazia, intesa non come dittatura della maggioranza bensì come governo della maggioranza nel rispetto dei diritti delle minoranze, hanno richiesto secoli per potersi affermare come patrimonio genetico dell’Occidente. Dovremmo quindi rassegnarci allo scenario di uno “scontro tra civiltà” a lungo termine sacrificando quei valori che ci caratterizzano più concretamente? Credo che sarebbe una concessione fin troppo generosa, nell’era di internet, a coloro che aspirerebbero a trascinare l’intero mondo nel Medioevo. E sarebbe un’ingiustizia fin troppo pesante nei confronti di coloro che sono fuggiti dalle terre martoriate dagli orrori del fondamentalismo islamico, proprio con la speranza di non essere mai più discriminati sulla base della propria etnia o cultura di appartenenza.

Ritengo, invece, che la migliore risposta alle insidie derivanti dai fondamentalismi religiosi derivi da un’Europa forte e consapevole della propria identità unitaria, capace di tornare ad essere, sul piano internazionale, un modello positivo da rilanciare con vigore. Se lo “Stato sociale di diritto” è un modello in crisi in buona parte del mondo, ciò è dovuto anche alla netta percezione della crisi che sta vivendo il nostro continente. E se l’intera area intorno all’Europa è un focolaio di guerre e instabilità, lo si deve anche allo spaventoso vuoto di potere generato dal nostro continente, non più in grado, finché frammentato, di far valere i nostri reali interessi geopolitici. Ci sono, ad esempio, Stati come il Marocco, sempre più orientato verso un modello di monarchia costituzionale occidentale, o la Tunisia, dove alle ultime elezioni presidenziali hanno prevalso le forze laiche su quelle islamiste, che hanno bisogno di tutto il nostro sostegno e incoraggiamento a proseguire lungo questa strada.

Da amante della natura, vorrei concludere provando a rinobilitare la figura del “lupo”, una creatura che ho sempre giudicato affascinante, scollegandola, in questo caso, dall’immagine macabra dei taglia-gole dell’ISIS. Infatti, se il lupo solo grazie alla capacità organizzativa del branco è in grado di sopravvivere agli inverni più rigidi, così anche l’Europa solo se unita sarebbe forte abbastanza da disporre dei mezzi necessari per superare le varie crisi geopolitiche ed economiche. Mentre un’Europa composta da tanti lupi solitari sarebbe inevitabilmente destinata a soccombere, logorata dalle numerose tormente di neve lungo il suo cammino.

Se il lupo solo grazie alla capacità organizzativa del branco è in grado di sopravvivere agli inverni più rigidi, così anche l’Europa solo se unita sarebbe forte abbastanza da disporre dei mezzi necessari per superare le varie crisi

(flickr.com)

@TeedGO

22/12/2014

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